Piano provinciale delle cave: fabbisogno ridimensionato
Il Piano Cave è frutto di un lavoro presentato dopo anni di studio e di confronti con Comuni, cittadini, Associazioni di Categoria e Ambientaliste. A seguito di tale confronto, grazie alla preziosa collaborazione dell’Università degli Studi di Brescia, la Provincia è riuscita a:
- Definire il fabbisogno, basandosi sulle norme attuali;
- Introdurre norme, che indicano una chiara temporalità nella dismissione delle cave;
- Salvaguardare gli ambiti ambientali di pregio (Parco delle Cave, degli Aironi etc);
- Imporre il ripristino ambientale a stralci;
- Abolire l’automatismo cava/discarica;
- Mettere all’interno del fabbisogno tutto il quantitativo escavabile, comprese le opere pubbliche e le riserve, che prima erano contate al di fuori del fabbisogno, seguendo le linee guida stabilite nel Consiglio Provinciale del 2018 e rispondendo contemporaneamente a un criterio di rigore, nell’ottica di limitare il più possibile l’impatto ambientale.
“In sinergia con l’Università di Brescia – ha dichiarato il Presidente Alghisi – abbiamo raccolto dati per stimare il fabbisogno dei materiali da estrarre, con riferimento alla stima dell’utilizzo di inerti del decennio precedente, tenendo conto dell’andamento attuale del mercato, anche tenendo conto della richiesta di materiale legata al bonus 110 e alla ripartenza economica del Paese”.
“Lo scenario assunto nel dimensionamento del piano da parte dei professori responsabili scientifici del progetto – dichiara il Magnifico Rettore Prof. Maurizio Tira – prende atto contestualmente delle dinamiche di settore, del mercato e dei principi di tutela delle risorse ambientali non rinnovabili, con un approccio consolidato e orientato alla necessità di rendere sostenibile l’attività antropica. Gli studi preparatori del Piano, nel rispetto dei criteri approvati da Regione e Provincia, mettono quindi a disposizione del decisore politico, e quindi dei soggetti interessati, uno strumento per la pianificazione e gestione delle attività estrattive che contemperi sia le istanze dello sviluppo, sia quelle della tutela ambientale, anche tramite un impianto regolamentativo e un sistema di monitoraggio”.
Il lavoro fatto ha cercato di tenere conto delle diverse esigenze, interpretando il ruolo dell’Ente, soggetto più vicino al territorio che, nonostante tutte le difficoltà, resta l’interprete più fedele delle esigenze dei Comuni e dei cittadini. “Noi - conclude Alghisi - abbiamo la responsabilità di individuare un Piano Cave Bresciano, con una proposta complessiva ed equilibrata per evitare che tutto venga deciso a Milano. L'ultima parola spetta al Consiglio Provinciale che cercherà di dare ai bresciani il miglior Piano Cave possibile”.